Curatori: E. Bazzanella, G. Bonomo, N. Pizzul-Capello, D. Valentinuzzi
OVERPLAY è un progetto multidisciplinare. Negli spazi del Palazzo Albrizzi di Venezia viene affrontato attraverso diverse prospettive il tema della “crisi”, in tutta la complessità delle sue sfaccettature. Non si tratta infatti soltanto di un problema economico, poiché la crisi è ad esempio il motore di crescite personali, di mutamenti sociali, di rivoluzioni estetiche vere e proprie. Nella crisi è implicita nello stesso tempo la paura e l’attrazione verso un “nuovo” e un “avvenire” imprevedibile, ma non necessariamente negativo. L’arte in questo senso può servire da importante riferimento, poiché sia nella sua storia che nelle sue espressioni contemporanee sembra fare della “crisi” il suo propulsore, il proprio modus essendi. Il progetto è suddiviso in cinque distinte sezioni:
1. Sezione Storica: vengono segnalati alcuni momenti di “crisi” o “di passaggio” nella storia dell’arte attraverso autori di notevole rilevanza come Bartolomeo Caporali, Antonio Allegri detto il Correggio, Jacob Jordaens, Giacomo Guardi, Théodore Rousseau, Franz von Stuck, Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Mario Schifano.
2. Sezione Installativa: nell’installazione OVERPLAY che dà il titolo al progetto l’artista Emiliano Bazzanella mette in luce la “crisi del senso”: attraverso un software vengono riprodotte su decine di iPad appesi su porta-flebo domande solo in apparenza scontate: Perché mangio? Che cosa faccio? Dove vado? etc..
3. Sezione Contemporanea: un collettivo di artisti si confronta con le tematiche della crisi attraverso le più svariate tecniche espressive: Paolo Anselmo, Roberto Baronti, Daniele Basso, Andrea Boldrini, Alessandro Bulgarini, Leonardo Beccegato, Sergio Boldrin, Maria Cristina Conti, Andrea Cumin, Luigi Colombi, Liana Cisilino, Giancarlo Caneva, Angelo Di Tommaso, Silvano D’Orsi, Giuseppe Denti, Sonia D’Alessandro, Camillo Francia, Otto Fischer, Roberto Guadalupi, Gabriella Giurovich, Gianna Liani, Luigi Leaci, Maria Micozzi, Graziamaria Massa, Rainer Gottlieb Mordmüller, Raffaello Ossola, Stefano Puleo, Sonia Passoni, Maria Pia Patriarca, Massimo Puppi, Claudia Raza, Carla Rigato, Graziano Romio, Rosalba Ruzzier, Silvana Scarpa, Mariarosa Spina, Sergio Simeoni, Gabriella Santuari, Antje Tesche-Mentzen, Diego Valentinuzzi, Martina Vivoda, Gerd Winner. Video e Fotografia: Max Ceschia.
4. Sezione Performativa: nella performance ENDLESS SIGNATURE, Emiliano Bazzanella firmerà ossessivamente per un intero giorno dei rotoli di carta per le pulizie sottolineando come, nei tempi di crisi, il rischio è quello di perdere i contenuti e di rimanere al puro livello della marca, della traccia, del brand.
5. Sezione Teorica: un seminario cui parteciperanno alcuni filosofi di rilevanza nazionale svilupperà il problema della “crisi”.
Opera "Les Plis De La Vie"
Lo spigolo, espressione fisica di discontinuità, punto di singolarità, è il simbolo universale del cambiamento. Lo spazio ed il tempo si contraggono, si avvicinano, si toccano e si allontanano. Niente è più come prima. Il nuovo si fa largo.
L'anno scorso è morta mia madre Denise. Ogni protezione è crollata. Il vuoto avanza. L'assenza si fa presenza. Decidere è un atto apparentemente impossibile... La morte allora diventa l'occasione per vedere l'inarrestabile cambiamento attorno a noi.
L'ultimo mio lavoro che Denise ha visto è stato "Kryste" in occasione della 54° Biennale d'Arte di Venezia, evento simbolico potente e personale. Sulla falsariga di quel ragionamento estetico-spaziale ho concentrato i miei sforzi per descrivere il concetto di crisi e le opportunità che in essa sono contenute.
"L'immobilismo decisionale, l'assenza di prospettiva che come un velo offusca il futuro, l'intima impellenza di agire, in contrasto con la staticità del momento, ci forzano a seguire l'istinto. L'ansia che il non sapere ci procura a livello individuale si propaga nella società e viceversa. La crisi è questo, intima e collettiva. Cresce in noi e attraverso di noi si diffonde. La crisi è la paura di deludere le proprie aspettative, riguarda i desideri che sono all'origine del progresso. La crisi è indissolubilmente una faccenda umana. E' lo strumento che la natura ha concesso all'uomo ed all'umanità per evolversi. E' la spinta distruttiva che prelude l'energia creativa del fare. Più velocemente ci adattiamo al Nuovo, minore è il Dolore. Perciò occorre un grande senso di consapevolezza. Occorre superare limiti imposti e condizionamenti. Allora un urlo contro il cielo libera la nostra energia vitale, involontaria prigioniera del momento, ed in un istante abbiamo cambiato tutto, abbiamo superato la crisi. In quell'istante siamo cresciuti. Unica costante è l'impegno a migliorarsi, e con noi l'intera umanità. Perché riflessi nello specchio, tutti noi riflettiamo: l'umanità siamo noi! Il futuro è nelle mani di ognuno di noi".
(Daniele Basso, Venezia 20 maggio 2013)
PATROCINIO:
Goethe Institut, Consolato Generale di Germania-Milano, Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca-Roma