Cristo Ritorto di Daniele Basso
per la Quinta Incoronazione della Madonna d’Oropa.
Un nuovo tassello si è andato ad inserire nella manifestazione: la collocazione sull’altare maggiore della Basilica antica dell’opera “Cristo Ritorto”di Daniele Basso.
Grazie all’intervento di Irene Finiguerra, gallerista e curatrice d’arte, con cui collabora da tempo Daniele Basso ha ottenuto l’autorizzazione dal rettore Don Michele Berchi e dal canonico don Massimo Minola per porre l’opera sull’altare nei giorni della Incoronazione. L’opera del 2017 in bronzo bianco, alta 38 cm con la base, è stata reinterpretata oggi appositamente per questa occasione in resina blu indaco e legno di ulivo. Un colore inusuale per il crocefisso che rinvia al colore profondo e intenso della contemplazione, della riflessione, della pace interiore. Anche capace di trasformare gli oggetti in idea di se stessi, invitandoci a prestare maggiore attenzione al presente, per una più profonda coscienza del momento.
Parzialmente ispirata alla precedente opera Tempus Angulare presentata nel 2013 all'Università del Seraphicum (Città del Vaticano), in relazione alla quale Mons. Peter B. Wells della Segreteria di Stato della Città del Vaticano in una lettera trasmessa all’artista ricordava come Papa Francesco “esorta ad una sempre proficua attività artistica ispirata ai valori evangelici”, oggi Cristo Ritorto ne conserva il valore simbolico di oggetto di fede che c'invita a superare i limiti della materia fino allo spirito delle cose, ma attraverso la torsione del busto, della figura intera e gli spigoli più acuti, riporta in primo piano il dolore e la fatica di agire con coerenza nella via del bene.
Umanizza il simbolo avvicinandolo alla vita quotidiana.
Torsione da cui il nome dell'opera, che innova anche la visione del Cristo in croce, dando per la prima volta 2 punti vista all'osservatore: quello classico frontale, e quello nuovo laterale con riferimento alla posizione dei piedi.
Torsione che è espressione fisica della contemporaneità molteplice e "liquida", cioè priva di punti di riferimento, in cui viviamo. Cristo in croce posto davanti alla Madre ricorda a tutti la sofferenza di cui si è fatto carico per noi e come tutti noi dobbiamo intercedere a quella Madre che “stabat”, ferma e dolente, sotto alla croce.
"È per me un orgoglio e un piacere infinito - spiega Daniele Basso - sapere di una mia opera sull'altare in questa occasione non solo per la portata storica dell'evento, ma per il valore che assume in questi anni di difficoltà globale, in cui ci rivolgiamo alla Madonna come faremmo a nostra madre, alla ricerca del significato della vita. Confusi dagli eventi, anche spaventati, abbiamo acquisito oggi maggior coscienza del nostro ruolo nel ridisegnare il futuro, allora riscoprire valori e simboli della nostra identità culturale in cui rispecchiare i nostri valori è sicuramente il primo passo nella riconquista di un nuovo equilibrio globale. "Cristo Ritorto" in fondo rappresenta l'occasione, col linguaggio contemporaneo dell’Arte, d'indagare il trascendente e celebrare la sacralità della vita".