Manifestazioni ed eventi:
"Saint Petersburg Design Week 2014" in cui Daniele Basso è "Special Guest". Specchio Special Edition Saint Petersburg Design Week 2014.
Lo specchio "WinterPalace", disponibile in due misure, solo su ordinazione con numerazione sequenziale, interpreta le diverse finestre che ornano le facciate del Palazzo d'Inverno, tutte simili ma tutte diverse, raccogliendone le principali peculiarità in un'unica forma.
La finestra è il tramite tra due ambienti separati dall'uomo. Dalla finestra si osserva l'altro lato, si guarda fuori. Attraverso la finestra si sbircia dentro, forzando l'intimità della casa. La finestra è emozione, voyerismo e trasgressione. Attraversarla è ribellione. La finestra è una membrana invisibile di confine, un primo passo metaforico verso il superamento del muro e l'abbattimento dei pregiudizi che lo hanno generato.
Aprire una finestra significa inondare la stanza di luce e di aria. E' un gesto rivoluzionario. Un gesto di cambiamento.
Questo prodotto figurativo ha un forte valore simbolico, che si amplifica considerando che il Palazzo d'Inverno è stato progettato da Bartolomeo Rastrelli, architetto italiano fortemente voluto da Pietro il Grande in persona. Artefice di molti monumenti che ancora oggi caratterizzano lo skyline di San Pietroburgo. Una collaborazione internazionale ardita anche all'epoca, nata per interpretare con un gusto europeo, alla moda, il gesto creatore di Pietro Il Grande, che inventandosi la nuova capitale, ha originato una strepitosa perla di bellezza, generato energia creativa ed liberato sogni, fantasia ed il progetto del futuro.
Lo specchio "WinterPalace" testimonia l'importanza della collaborazione tra diverse culture. E' un ponte immaginario tra Italia e Russia, e ancor più pone l'uomo e la nostra capacità di sognare, immaginare e progettare, che in esso ci riflettiamo, all'origine di tutte le meraviglie che l'umanità ha saputo generare.
E' un esortazione per un futuro migliore, dove la vita prevalga sulla barbarie della paura. Metafora delle barriere che cadono, dei popoli che collaborano e del mondo che attraverso il dialogo cambia i propri equilibri politici, economici e culturali. Probabilmente è un'utopia. Un richiamo alla tolleranza difficile da rispettare. Forse è solo un gesto tra mille. Ma mi piace pensare che tutti noi che in esso ci riflettiamo, insieme, quotidianamente, qualcosa possiamo fare